2010 Anno Permanente della Loserolderness

2010 Anno Permanente della Loserolderness

martedì 7 luglio 2009

Piedi, treni e città



Le piccole casse gracchianti del pc portatile mi regalano “Easter” e pensieri,
I Marillion! timido incontro troppo tardivo o, forse, evitabile errore d’ieri
In un passato musicalmente distratto dalla lotta fra metallo e cantautori.
Oggi ci vuole poco ad aprire una breccia in me. Ritornano vivi i colori,
tornano chiare le risate per una frase sull’ippopotamo Igor, tornano i sapori
di potenti sughi di carne in svacchi di fine estate e di mille pietanze, buttate là
su un prato, in un altro giorno di festa; lontani, ma mai troppo, dalla città.

Chi è che diceva: “Siamo strade.”? Ditemelo perché non ha capito niente
Non siamo né strade, né sentieri, noi siamo piedi che vanno in mezzo alla gente,
piccole appendici che ad ogni istante, disegnano traiettorie verso la libertà,
verso ignoti luoghi in terra francese, verso mura, moli e gondole che colorano lontane città,
verso porti che appaiono e spariscono, verso treni che, alla ricerca di serenità,
si prendono e si perdono, verso case che, pian piano, diventano sempre più
o, talvolta, sempre meno, luogo d’incontri, di giochi o di zapping alla TV.

Ognuno prenderà la sua strada, è vero. Ma tutto, un giorno, per qualche motivo,
ritornerà. Non so se lo dico per paura, o per desiderio, forse, troppo volitivo.
Quel che tracciamo coi nostri piedi, è più misterioso di quel che crediamo,
e davvero, tutto ci ritornerà… magari in un modo che non immaginiamo,
talvolta in modo triste, talvolta con la semplicità e il valore di un “ti amo”
e quando i Marillion canteranno: “Easter, surely now can all of your hearts be free”
si alzeranno bicchieri di plastica e si tornerà, più ricchi e liberi a fare TIN TIN TIN.


dAVIDE

9 commenti:

Stella ha detto...

Fa male vedere le persone andarsene.

Fa male anche partire.

Si conserva intatta la speranza, che come un filo invisibile trattiene e riporta indietro.

Ma se le persone non partissero, non sarebbero piedi ma radici.

mikuz ha detto...

Io sono una radice.

Forse questo è il mio difetto, non so...

Io vorrei solo che le persone valutassero il passato nel suo pieno valore, che non giudicassero da singoli episodi ma da tutti i giorni che hanno composto gli anni...

Vorrei che non ci fossero rinnegamenti, rancori e fantasmi, nè lontananza, che i ritorni siano genuini e sentiti, che la gente sappia cosa ha lasciato alle spalle.

So che non è possibile, ma crescere insieme ha un valore, e se siamo ancora tutti legati da fili più o meno tenui, qualcosa significherà.

Se no,vorrà dire che alcuni di noi sono degli inutili sentimentali nostalgici...

Grazie Da.

Ambra ha detto...

ciao Da,
ci ho messo un po' a capire il tuo post (forse anche perchè non ho ascoltato la canzone, scusa ma sono al lavoro), e alla fine non so se l'ho capito.


In realtà non capisco cosa significhi partire, anche se in effetti sono partita.
Forse lo capivo di più prima, quando a partire erano gli altri.
Quando quello che parte sei tu non hai tanto tempo per pensare a quello che fai (anche perchè se no, forse, non lo faresti).

Io credo che in tutto il mondo non ritroverò quello che ho lasciato, ma in realtà non lo sto cercando.

Quando penso al futuro, quello lontano, ci vedo insieme. Perchè non dovrebbe essere così? Non potrei immaginare che uno solo di noi possa non desiderare di tornare a quei giorni in cui siamo stati così vicini.

Non capisco quel che dici, Michela, perchè parli di rinnegamenti e di ritorni non genuini? A leggerti mi viene quasi paura, fino ad ora non ho mai pensato che partire fosse una colpa e che ritornare potesse essere difficile.

E ancora, voi che restate state aspettando un ritorno, ma cosa vi dice che noi che siamo partiti non stiamo aspettando che voi ci raggiungiate? Magari per poco tempo, forse per ritornare insieme.

mikuz ha detto...

Il tutto è nato da un discorso tra me e Da...

Ambra, è ovvio che si parla in generale, di fatti e persone sui quali non sei magari aggiornatissima, o di discorsi più ampi...

Paura di che?
Partire non è una colpa, figuriamoci...Ci sono persone che partono, ma non per questo trascurano chi hanno lasciato, anzi, a volte la lontananza diviene un'occasione per sentirsi di più...
Se poi uno parte e sparisce del tutto...Poi se non trova ad aspettarlo proprio tutti, beh, è una possibile conseguenza...

cele ha detto...

Avrei preferito non parlarne qui.
Ma forse è anche questo un modo per provare a chiarirsi, non so.
Mi sono allontanata? un pò, certo. Non così tanto credo, ma ognuno valuta le cose in base al proprio sentire.
Non ho rinnegato nessuno e avrei davvero voluto avere modo di spiegare anche le mie ragioni, ma finora non ne ho avuto davvero occasione.
Non ho voltato le spalle a nessuno e mi addolora profondamente sapere che qualcuno può pensarla così.
A volte le cose non sono esattamente ciò che appaiono, a volte non riusciamo più a comprendere le persone che amiamo, e non ci sentiamo più capiti nemmeno da coloro che ci erano più vicini.
Problemi che ad altri sembrano poco più che banalità diventano quotidiani tormenti e il dolore diventa un fatto sempre più privato e incomunicabile.
Ma, ripeto, non è questo il luogo dove parlare di ciò...
Io aspetto solo di poterne parlare davvero, perchè mi importa, e molto.
Quando vorrai io ci sarò.

Ambra ha detto...

Beh, in effetti è normale che non sia proprio aggiornatissima...

Per quel che riguarda l'essere spariti...questo credo che mi riguardi, la sola cosa che posso dire è che ne avevo bisogno per farmi una vita qui.
Ora sto cercando di essere un po' più "presente", non mi aspetto che questo faccia dimenticare mesi di silenzio da un giorno all'altro. Più che altro lo considero un inizio.

Il tuo post mi aveva fatto paura perchè mi ha fatto pensare per la prima volta che al ritorno potrei trovare le cose diverse da come le ho lasciate. a pensarci ora mi sembra normale, ma sul momento mi aveva spaventato.

mikuz ha detto...

A me invece piace questo scambio sul blog, e ho apprezzato il post di Davide...Poi è ovvio che se ne può parlare di persona...

Vedo che avete preso le cose che ho detto come se fossero riferite esclusivamente a ciuscuna di voi... :-). Non è così, perlomeno non del tutto.

Mi riferisco a molte cose che sono nella mia testa, e a cose che si riferiscono a persone diverse...

Ma vedo che tutti conservano le cose nella propria testa, e non riescono, o non ritengono di dover riuscire, a farne partecipi gli altri...

Anche non parlare è una scelta, e come tale ha delle conseguenze...

Per me, gli amici ci sono non per essere esclusi nel momento del proprio o altrui bisogno, senza una parola.

Beh quello che non so non lo posso capire, e vedo solo come si svolgono i fatti.

Visto che il vostro allontanarvi è stato concomitante al vostro fidanzarvi, ho forse tratto delle conclusioni banali.

Mi perdonerete,visto che non c'era nessuno a spiegarmi che non era così.

Altre persone si sono temporaneamente allontanate, ma sono tornate entro breve, e ne abbiamo parlato.

La lontanza rompe qualcosa.

Magari non è un male, è solo naturale.

Io parlo solo per me stessa...

Ci possono essere nuove premesse, diverse dal passato,più blande...Non si torna indietro, di certo non intendo farlo io.

dabo ha detto...

Non credo completamente che la lontananza rompa qualcosa, credo che la scelta libera di allontanarsi, piuttosto, cambi qualcosa.
Ogni cambiamento è di certo un trauma, un po' come il bimbo nella placenta che si trova a nascere, a cambiare il suo stato che reputava ottimale per uno stato scomodo e sconosciuto ma che sarà tale finchè vive e soprattutto di un valore incommensurabile. Ogni cambiamento è un trauma, ma non è detto che sia un peggioramento, come dicevo l'importante è che è bello pensare e sperare di tornare un giorno più ricchi come persone, anche avendo fatto scelte difficili... altrimenti tanto valeva che ce ne stavamo nella placenta...

mikuz ha detto...

La lontananza in senso assoluto di certo no.

Come ho già detto e stradetto, non sempre la lontananza porta interruzione, o quasi, di amicizie e contatti.Anzi...

Però se una persona si allontana ( e in questo momento non mi sto riferendo a nessuno in particolare eh?! X-D) e non si fa più sentire, il trauma che questo stacco produce, rompe qualcosa.
Non è detto che poi non ci si ribecchi, ma quello che c'era è perso, e non per volontà di chi è rimasto, ma perchè succede...

Le ferite guariscono ma rimangono le cicatrici, nel punto in cui la pelle si è rotta. E non tornerà più come prima, non perfettamente, e questo non perchè sia bello avere dei segni sul corpo!

Ovvio che più grande è l'affetto e più intensa la frequentazione, peggiore è il trauma del distacco.

E non è che per me la gente non si possa muovere di un millimetro, non è che io sia immobile, solo perchè abito sempre a Genova ...Che poi sembra che io sia quella che pensa che nessuno dovrebbe mai cambiare/evolvere/partire!!

Solo che lo si può fare mantenendo i rapporti che si ritengono importanti.
Se no, poi non si può pretendere che le cose siano rimaste uguali, se no è lì che si pretende l'immobilità!!